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BANCO DEL MUTUO SOCCORSO

 
 
 
   Banco del Mutuo Soccorso (72)  
     
 

Primo disco di una (lo dico senza problemi) delle mie BANDS preferite di tutti i tempi!!!
Grandiose melodie e ritmi sfrenati che vedono trainanti le grandiose mani dei due fratelli Gianni e Vittorio Nocenzi e la caratteristica voce di Francesco Di Giacomo.
Il disco delinea subito lo spirito stilistico della band rendendolo inconfondibile anche nei dischi successivi (o almeno in parte di essi).
Pianoforti, clavicembali e organi Hammond sono sempre in primo piano ma con un grande feeling con gli altri strumenti.
Purtroppo la qualità di registrazione del suono (anche su CD) non è delle migliori!
"R.I.P." narra la commovente storia di un vecchio soldato con un grandioso contrasto tra la parte tirata della battaglia e la toccante morte mirabilmente sottolineata dal pianoforte; "Metamorfosi" mette in risalto la grande tecnica dei componenti in un grandioso risultato d'insieme toccando l'apice nella breve parte cantata. Insieme a "Passaggio" e "Traccia" sono brani che il banco esegue tutt'ora nei concerti .
Da segnalare anche la lunga "Il giardino del mago": viaggio verso questo giardino irreale in cui si può sfuggiare al fatale destino.

"...a che serve poi la realtà"

Commento finale: un MUST.

 

 Track list:

  1. In volo
  2. R.I.P.
  3. Passaggio
  4. Metamorfosi
  5. Il giardino del mago
  6. Traccia

 

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   Darwin! (72)  
     
 

Questo disco è sicuramente uno dei miei preferiti!!!
Grandiose atmostere nella lunga "L'evoluzione": divisa in più parti trova l'apice massimo in un pazzo incrocio di moog che ribadisce senza mezzi termini la grande bravura sia come esecutore che come compositore di Vittorio Nocenzi. Incredibile "La conquista della posizione eretta": nella prima parte strumentale spicca tecnicità e virtuosismo, con strani effetti "preistorici"; e una seconda parte cantata molto melodiosa. Da sottolineare il bel testo perfettamente studiato per la voce di Di Giacomo che affascina nel finale "e dove l'aria in fondo tocca il mare lo sguardo dritto può guardare". Intervallo jazzy nella "Danza dei grandi rettili" seguita da "Cento mani e cento occhi" fino ad arrivare a "750.000 anni fa...l'amore" : un classico del gruppo. Singolare ed originalissimo il testo: parla di un preistorico amante che spia la sua bella, sognando di conquistarla non nasconde la paura da essere rifiutato.
Segue "Miserere alla storia" con un incredibile e potentissimo intermezzo di pianoforte!
Chiude "Ed ora io domando tempo al tempo...": stilisticamente diversa dalle altre canzoni del disco ma con una bella parte di clavicembalo ed uno strano effetto scricchiolio della ruota del tempo che passa.

un MUST ! Ascoltare per credere!

 

 Track list:

  1. L'evoluzione
  2. La conquista della posizione eretta
  3. Danza dei grandi rettili
  4. Cento mani e cento occhi
  5. 750.000 anni fa...l'amore?
  6. Miserere alla storia
  7. Ed ora io domando tempo al tempo ed egli mi risponde...non ne ho!

 

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   Io sono nato libero (73)  
     
 

"Io sono nato libero" è il terzo disco del Banco Del Mutuo Soccorso e si può etichettarlo sicuramente come il più maturo sia dal punto di vista delle composizione sia dei testi maggiormente impressi e incisivi sul piano politico. Di Giacomo riesce mirabilmente ad imprimere alla voce quel calibro di teatralità realistica tipica ed unica anche se nel complesso l'apporto maggiore deriva, secondo me, dal differente metodo di concezione musicale. Le tracce sono sviluppate in maniera più complessa e completa, si veda ad esempio la prima "Canto nomade" suite di 15 minuti in cui non mancano sia momenti davvero incisivi ma anche qualche parte leggermente pesante nella zona strumentale delle percussioni. Segue "Non mi rompete": è uno dei classici del gruppo che a onor del vero non mi entusiasma più di tanto in quanto non è molto in linea con il resto delle canzoni. La vera novità del disco è "La Città Sottile" scritta da Gianni Nocenzi. Bisogna dire che in tutto il disco l'apporto del piano di Gianni Nocenzi è a dir poco fondamentale e molto più maturo rispetto ai precedenti due lavori. Gli arrangiamenti raggiungono l'apice con la grandiosa "Dopo...niente è più lo stesso" in cui dopo un inizio potentissimo si può assistere ad un autentico castello costruito con il marchio di fabbrica dei fratelli Nocenzi: Gianni al piano e Vittorio ai sintetizzatori. Chiude "Traccia II", virtuale aggancio al primo lavoro, in cui i raffinati arrangiamenti portano in prima luce l'estroso amore dei raffinati esecutori per la musica classica.
 
Pur trovandolo un lavoro più completo ed adulto dei precedenti, alcune parti risultano penalizzate per la scelta di dare risalto più al messaggio portato all'ascoltatore che alla musicalità. Risulta comunque un disco indispensabile.

"...cosa ho vinto,
dov'è che ho vinto quando io,
vedo che niente è più lo stesso,
ora è tutto diverso."

Consigliato.

 

 Track list:

  1. Canto nomade per un prigioniero politico
  2. Non mi rompete
  3. La città sottile
  4. Dopo...niente è più lo stesso
  5. Traccia II

 

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   Banco IV (75)  
     
 

Dopo aver meritatamente guadagnato successo e stima con i primi tre lavori, il gruppo tenta la strada dell'estero come altri gruppi tipo P.F.M. e Orme. Il nome viene accorciato per convenienza ed essere maggiormente digeribile. Lo ritroveremo anche in quel di casa nostra a poco più di tre anni di distanza.
Le canzoni sono tratte dal disco d'esordio e da "Io Sono Nato Libero" ma completamente risuonate e anche riviste in struttura includendo i testi in inglese e con l'aggiunta di una nuova traccia "L'albero del Pane". Si inizia con "Chorale" che è una rivisitazione leggermente orchestralizzata di "Traccia II". Segue quindi la nuova "L'Albero del Pane" (cantata in italiano) che rappresenta, secondo me, il ponte tra il passato, ovvero lo stile dei primi tre lavori, e il futuro prossimo, "Garofano Rosso" e "Come in un'ultima cena".
Si passa quindi alle canzoni tradotte e riviste: viene cambiata la struttura di "Metamorphosis" (Metamorfosi), allungata fino a 15 minuti, per una versione che lascia letteralmente senza respiro. Si può dire di essere arrivati alla stesura definitiva in quanto la versione che il Banco esegue tutt'ora nei Live (e che si trova anche in "Nudo") è praticamente questa, anche se depurata di alcune parti strumentali e riadattata per due chitarre e una unica tastiera.
Arriva il secondo lato con "Outside" (R.I.P.), "Leave me Alone" (Non mi rompete) e "Nothing's the Same" (Dopo...niente è più lo stesso) con delle interessantissime variazioni strumentali rispetto alle originali. Chiude "Traccia II" praticamente uguale, solo diversamente mixata.
Non posso che applaudire il gruppo per essere riuscito a migliorare le già perfette composizioni originali anche se (mi lascio andare ad una critica) saltare a piè pari un capolavoro come "Darwin!" mi sembra una scelta discutibile. Si poteva togliere "Leave me alone", ovvero "Non mi rompete", per lasciare spazio a qualche chicca tipo "Cento mani e cento occhi", "Miserere alla storia" o magari la superba "La conquista della posizione eretta".
Il disco non esiste sul mercato: lo si può trovare in vinile nelle varie fiere, anche se il prezzo non si può certo definire accessibile (che vuoi che sia il denaro dirà poi il guaritore Voilà Mida, ma...), o, in alternativa, se ne può ordinare una copia (ma con copertina originale) dal sito ufficiale del gruppo. Non entro in polemica sul fatto che un disco di un gruppo italiano sia stato stampato in cd solo in Giappone...!!!
Super consigliato ai fans del Banco primo periodo.

 

 Track list:

  1. Chorale
  2. L'Albero del Pane
  3. Metamorphosis
  4. Outside
  5. Leave me Alone
  6. Nothing's the Same
  7. Traccia II

 

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   Garofano rosso (76)  
     
 

Disco colonna sonora del film "Garofano rosso" completamente strumentale trova secondo me i picchi più elevati nella grintosissima "Garofano rosso" (soprattutto nella seconda parte), nella "Passeggiata in bicicletta", nella bellissima "Tema di Giovanna" e nel "Notturno breve".

Il disco è buono anche se segna un piccolo cambio di direzione del gruppo: lo consiglio ai fans scatenati.

 

 Track list:

  1. Zobeida
  2. Funerale
  3. 10 giugno 1924
  4. Quasi saltarello
  5. Esterno notte (casa di Giovanna)
  6. Garofano rosso
  7. Suggestioni di un ritorno in campagna
  8. Passeggiata in bicicletta e corteo di dimestranti
  9. Tema di Giovanna
  10. Siracusa: Appunti d'epoca
  11. Notturno breve
  12. Lasciando la casa antica

 

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   Come in un'ultima cena (76)  
     
 

Il cambiamento di stile diventa palpabile da questo lavoro: risulta di minor impatto sonoro ma comunque molto gradevole.
Spiccano "Il ragno" (tutt'ora in scaletta) e l'inizio travolgente di "Voila' Mida" in cui è possibile riassaporare appieno il grande agglomerato sonoro che il gruppo non proponeva da un po'...
Da segnalare anche la ballata acustica "La notte è piena" con un sognante finale di pianoforte. Chiude "Fino alla mia porta" che sarà estesa e rinominata nel successivo disco live "CAPOLINEA".

Per l'angolo delle curiosità troviamo l'immagine all'interno del package: una rivisitazione de L'Ultima Cena con al posto di alcuni apostoli, i componenti del gruppo.

Un gran bel disco ma con sonorità più soft.

 

 Track list:

  1. ...a cena, per esempio
  2. Il ragno
  3. E' così buono Giovanni, ma...
  4. Slogan
  5. Si dice che i delfini parlino
  6. Voilà Mida (il guaritore)
  7. Quando la buona gente dice
  8. La notte è piena
  9. Fino alla mia porta

 

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   As in a Last Supper (76)  
     
 

Dello stesso anno anche questa uscita estera del disco "Come in un'ultima cena", praticamente intatto dal punto di vista musicale ma con i testi tradotti in inglese ed il nome del gruppo abbreviato in Banco in modo da consentire la continuità con il disco "IV".
Non ebbe un grande successo in quanto il fenomeno progressivo all'estero era in fase decadente (forse in maniera ancor più accentuata che nel nostro paese). Ovviamente è una proposta di valore anche se le liriche in italiano si sposano maggiormente con la musica del gruppo, almeno a mio giudizio.
Di interesse da un punto di vista collezionistico in quanto questo lavoro non è stato stampato sul territorio nazionale.
Una curiosità: questa versione inglese è stata curata da Angelo Branduardi.

 

 Track list:

  1. At supper, for example
  2. The spider
  3. John has a good heart, but...
  4. Slogan
  5. They say dolphins speak
  6. Voilà Midae!
  7. When good people counsel
  8. The night is full
  9. Towards my door

 

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   ...di terra (78)  
     
 

Altro disco strumentale dove la band viene affiancata dall "Orchestra dell'Unione Musicisti di Roma" diretta da Vittorio Nocenzi.
I titoli/versi delle varie parti sono di Di Giacomo:

Nel cielo e nelle altre cose mute
terramadre,
non senza dolore
io vivo
né più di un albero non meno di una stella
nei suoni e nei silenzi
di terra.

Bellissimo il tema ma a volte l'orchestrazione risulta un po' forzata!
Comunque onestamente come disco strumentale lo preferisco a "Garofano rosso" soprattutto per l'entusiasmante finale di pianoforte di "Di terra".

 

 Track list:

  1. Nel cielo e nelle altre cose mute
  2. Terramadre,
  3. Non senza dolore
  4. Io vivo
  5. Né più di un albero non meno di una stella
  6. Nei suoni e nei silenzi
  7. Di terra

 

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   Canto di primavera (79)  
     
 

Qui la storia cambia...!
Le sonorità cominciano a spostarsi sempre di più verso il pop e si salvano "Canto di primavera" , la bella "E mi viene da pensare" e "Lungo il margine".
Il gruppo ha definitivamente abbandonato quello stile che lo ha reso noto nei primi dischi.

Essendo comunque franchi bisogna dire che il prodotto è ben confezionato e suona discretamente in un contesto leggero, cosa che verrà smarrita coi successivi lavori negli anni '80.

 

 Track list:

  1. Ciclo
  2. Canto di primavera
  3. Sono la bestia
  4. Niente
  5. E mi viene da pensare
  6. Interno città
  7. Lungo il margine
  8. Circobanda

 

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   Capolinea (80)  
     
 

Il capolinea è per definizione la fermata terminale di un tracciato di trasporto: la semplice composizione delle parole capo e linea. L'enfasi sul significato di punto finale è stato sottolineato da molti critici ed ascoltatori come la fine del tempo progressivo del Banco scordando, forse, lo stesso semplice significato del termine, riportato nella frase precedente.

Considerare il materiale presentato in questo lavoro come un capolinea implica una continuità (che sta appunto nella linea... forse sto esagerando con la filosofia...) con il "prima" ovvero un mettere sullo stesso binario non le storiche composizioni del gruppo, che sono qui riproposte, ma il loro arrangiamento e la loro esecuzione: con suoni già ammiccanti agli anni '80, ritmi danzerecci, trombette squillanti, falsi battiti di mano (non mi dite che quelli all'inizio di "Canto di Primavera" sono veri...), tagli senza motivo ("750.000 anni fa...l'amore?"), e quant'altro, non mi sento personalmente di considerare le due cose su uno stesso piano.

Resto allibito dalla versione di R.I.P. e mi chiedo se il pubblico che si sente applaudire in maniera così forte sia conscio del pregresso del gruppo o sia capitato lì per caso (...Capolinea era un famoso Jazz Club di Milano e non una balera romagnola... mah): un fan vecchio stampo non si sarebbe di certo scaldato le mani così fervidamente. Anzi...

Più che un capolinea ritengo sia un inizio di tracciato; un percorso che proseguirà sulla giusta (per questo tipo di sound) strada di discorsi alla Urgentissimo, Buone Notizie, eccetera che non mi hanno mai entusiasmato.
Da dimenticare.

 

 Track list:

  1. Il ragno
  2. Canto di primavera
  3. 750.000 anni fa... l'amore?
  4. Capolinea
  5. R.I.P.
  6. Garofano Rosso
  7. Non mi rompete

 

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   Da qui messere si domina la valle...B.M.S. (91)
 Da qui messere si domina la valle...Darwin (91)
 
     
 

In questi due "Da qui messere si domina la valle" vengono riproposti i primi due dischi completamente riregistrati con suoni moderni e batteria elettronica inserendo anche variazioni o ampliazioni ai vari momenti di assolo.
Bella l'orchestrazione in "Passaggio" e in "750.000 anni fa...l'amore". Si tratta comunque di un lavoro a quattro mani in quanto sono presenti solo Vittorio Nocenzi, Rodolfo Maltese, Francesco Di Giacomo e Pierluigi Calderoni.

Io preferisco gli originali...ma non sono male per un ascolto occasionale.

 

 

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   Papagayo Club 1972 (94)  
     
 

Questo è uno dei pochi dischi che testimonia l'impatto live del gruppo nel periodo dei primi due lavori. Non è un disco ufficiale ed ho trovato giusto separarlo.

Clicca QUI per leggere il commento sul disco Papagayo Club 1972

 
 
 

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   Il 13 (1994)  
     
 

Tredicesimo disco ufficiale dello storico gruppo romano che torna alla ribalta cercando di proporre un disco moderno sotto tutti i punti di vista: musicalmente si sprecano i suoni all'ultimo grido con tanto di chitarre sweep-ose (meglio osè forse...), tiro alla Litfiba (!!!) e, cosa che più colpisce, con testi irriverenti ma che preferiscono qualche parola grossa alla vena poetica di un tempo ('Avanti popolo alla ricotta, che la bandiera è una pagnotta').

Se non ci fosse scritto Banco del Mutuo Soccorso sulla copertina non potrei credere alle mie orecchie... e se non per l'inconfondibile voce di Di Giacomo e qualche toccata tastieristica di Nocenzi che generalmente si perde nel marasma del nuovo sound. Trovo inoltre altamente contrariante che sia lo stesso Nocenzi a cantare ben tre canzoni: su un totale di 15 brani di cui 5 strumentali, la percentuale è abbastanza rilevante... Penso e sono abbastanza convinto del fatto che questo sia un disco di passaggio...o almeno spero. Di certo confidavo in una riscossa con questo ritorno, non dico all'altezza dei vecchi tempi ma neanche un remember di "Urgentissimo" e "Buone Notizie"...

Mi sento in condizioni di segnalare "Sirene", il passaggio di "Spudorata" che verrà ripreso in "Roma/Tokyo" (il resto no comment), "Guardami le Spalle" e la traccia migliore "Bambino".

Cito da "Tremila": 'Attento, quando cambia il vento, quelli senza idee per primi vanno a fondo...'.

Amen.

 

 Track list:

  1. Dove Arrivano gli Occhi
  2. Sirene
  3. Sirene (Parte II)
  4. Brivido
  5. Guardami le Spalle
  6. Anche Dio
  7. Spudorata
  8. Bambino
  9. Tremila
  10. Rimani Fuori
  11. Emiliano
  12. Mister Rabbit
  13. Magari Che
  14. Tirami la Rete
  15. Bisbigli

 

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   Nudo (97)  
     
 

Questo doppio "Nudo" è diviso in tre parti: una nuova canzone da 15 minuti initolata "Nudo" , una parte unplugged e una parte live.

Non male la nuova traccia "Nudo" anche se improntata in maniera leggermente più moderna e quindi diversa dalle migliori canzoni del gruppo.

Nella parte 'unplugged' vengono riinterpretati i vecchi cavalli di battaglia con 2 chitarre acustiche e un pianoforte.
Grandioso il risultato!!!!

La parte 'live' occupa completamente il secondo CD.
Impressionante la sonorità, la precisione e la grinta con cui vengono eseguiti i pezzi , contando anche l'assenza di Gianni Nocenzi! "La conquista della posizione eretta" e "Metamorfosi" incoronano indubbiamente Vittorio Nocenzi come uno dei più grandi musicisti italiani presenti sulla scena.
Alta tensione anche in "Roma/Tokyo" e "Traccia".

CONSIGLIATO.

 

 Track list:

    CD 1
  1. Nudo (pt I)
  2. Nudo (pt II)
  3. Nudo (pt III)
  4. E mi viene da pensare
  5. Prologo #1
  6. R.I.P.
  7. Il ragno
  8. Emiliano
  9. L'evoluzione
  10. 750.000 anni fa... l'amore?
    CD 2
  1. Sul palco
  2. La conquista della posizione eretta
  3. Metamorfosi
  4. Guardami le spalle
  5. Roma/Tokyo
  6. La band
  7. Bisbigli
  8. Passaggio
  9. Coi capelli sciolti al vento
  10. Traccia
  11. Prologo #2
  12. Non mi rompete

 

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   No Palco (2003)  
     
 

Disco Live registrato durante il concerto per i trent'anni del gruppo tenuto a Roma, riporta il Banco alla ribalta del mercato discografico dopo "Nudo" del 97.
L'aria che si respira nel disco è esaltante e talmente ben combinata con le ovviamente perfette esecuzioni (con parecchi ospiti di contorno tra l'altro) da far sembrare simpatica perfino "Moby Dick".
Originale e commercialmente strategica, la scaletta prevede molti brani mai finiti su un live, e comunque a rivisitazione della carriera del gruppo in onore della serata di festa!
Per chi si fosse procurato, magari con fatica, l'expensive doppio live in Mexico, non si potrebbe cominciare peggio in quanto si parte con "R.I.P.", con Morgan al basso (non ho ancora deciso come valutare la tua idea in "Se"...geniale trovata o buffonata patetica...mah), e "Il Ragno", con il grande Pier Luigi Calderoni alla batteria. Per tutti gli altri, l'inizio sarà travolgente !!!
Si continua con l'inserimento della parte finale di "Cento Mani e Cento Occhi" in quanto il gruppo è stato tradito dalle macchine, partite in ritardo, e a seguire "Quando la Buona Gente Dice" e "Canto Di Primavera" con Pagani al violino.
Passa quasi inosservata la traccia dedicata all'ultimo lavoro "Movimenti" di Vittorio Nocenzi e dopo "Moby Dick" arriva l'immancabile "Non mi rompete": oltre dieci minuti con tutti gli ospiti ai cori e mio acutissimo dissenso per l'ennesima versione.
 
Mi accorgo nel mio russare ubriaco derivato dall'estenuante (almeno per me) ascolto dell'ultima traccia, che siamo sulla soglia della parte più interessante del disco, ovvero l'arrivo di Gianni Nocenzi (...Gianni, perché non ci doni altri "Empusa" ... non si vive di solo Progressive...!!!).
Preziosissimo intreccio di stralci del solo di moog di "750.000 Anni fa... l'Amore?" con interessanti e tecnici pianoforti con percussione elettronica per un saggio, ma anche chiara dimostrazione, del notevole impegno di ricerca dell'artista.
Torna anche il fratello Vittorio e segue "750.000 Anni fa... l'Amore?": da quelle quattro mani mi aspettavo una versione dirompente, devastante ...che ti fa persino male ad ascoltarla... con almeno due fughe personali a metà e alla fine... e invece ne esce un brano che non brilla se non per quelle poche rifiniture di gran classe...e niente più! Si chiude con "Traccia I" e "Traccia II" sempre con Gianni Nocenzi e Pier Luigi Calderoni, per far viaggiare la mente verso quella formazione storica degli esordi!
 
Le cose che non mi hanno entusiasmato sono sinteticamente queste: nel libretto non c'è neanche una foto della serata se non quell' infernale calderone incomprensibile stile copertina; visto che si festeggiava un bel traguardo si poteva anche pensare ad un doppio disco e magari anche un DVD...!!!
 
Concludendo, il disco merita di essere presente nella collezione dei fans del gruppo, sia per le belle versioni che per le perfette esecuzioni. Il problema è che ora il Banco, se deciderà di regalare qualcosa di più delle esaltanti serate live, si deve presentare al Suo pubblico con materiale nuovo e convincente, che faccia dimenticare l'amaro e sofferto ritorno de "il 13".
Termino con le parole di Di Giacomo:

...il rock è pieno di rock star...
ma di un solo Banco Del Mutuo Soccorso!

Consigliato.

 

 Track list:

  1. Prologo #1
  2. R.I.P.
  3. Il Ragno
  4. Cento Mani e Cento Occhi
  5. Quando la Buona Gente Dice
  6. Canto Di Primavera
  7. La Caccia / Fa# minore
  8. Moby Dick
  9. Non mi Rompete
  10. Come due Treni / Intro
  11. 750.000 Anni fa... l'Amore?
  12. Traccia I
  13. Traccia II

 

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   Ciò Che Si Vede E' (2004)  
     
 

Documento video riportante un concerto live tenutosi il 12-05-1992 a Roma, è il naturale proseguimento (come suggerito dal titolo) ai due "Da qui Messere si Domina la Valle". Questo quindi riporta nel proprio dna i pregi e i difetti del caso.

Devo dire che avendo visto più volte il Banco in azione, non sono rimasto impressionato in maniera esageratamente positiva da questo DVD. In primo luogo per il montaggio con un taglio più da documentario che da concerto; in secondo luogo per i molti momenti che richiamano in maniera TROPPO fedele i sopra citati "BMS" e "Darwin" rivisitati: la puzza da trucchetto da studio è palpabile e il video ne è fortemente penalizzato... in questi casi quando manca la fiducia manca tutto...; non è presente una minima intervista o intervento veramente interessante da parte dei componenti del gruppo; in ultima, quel taglio da autoproduzione di basso livello non permette un giusto godimento dell'opera.

Circa i brani: sono buoni e ben impostati; il gruppo è presente e in forma ma come detto sopra non si riesce bene a capire se la traccia video (Traccia I ???) è veramente collegata alla traccia audio (Traccia II ???) o è solo frutto di una mera opera di cucitura.

Bisogna comunque ricordare che la scelta e le occasioni per vedere il Banco seduti comodamente sul nostro divano di casa sono veramente ridotte all'osso: con questo speriamo in una nuova uscita in DVD e consideriamo questo "Ciò che si vede è" come un present che resterà nel tempo come la testimonianza di un periodo di ripresa di alcune idee e l'azzardo nel riproporre vecchio materiale sotto una nuova veste. Peccato per il titolo: forse a carte scoperte sarebbe stato più corretto "Ciò che si vede dovrebbe essere"...

 

 Track list:

  1. In Volo
  2. R.I.P.
  3. L'evoluzione
  4. Moby Dick
  5. Il giardino del mago
  6. 750.000 anni fa ... l'amore
  7. Non mi rompete

 

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   Seguendo Le Tracce (2005)  
     
 

Otto tracce live... otto canzoni dal vivo che segnano la svolta nella discografia dei Banco del Mutuo Soccorso come primo ufficiale documento sonoro di quello che è stata l'impronta e la potenza sulle scene del gruppo: il disco si propone infatti come una testimonianza del concerto tenuto il 23 aprile 1975 al Teatro Verdi di Salerno.
 
Il pregio è duplice: da un lato ci è permesso ascoltare in maniera dignitosa l'impatto live (... e diciamolo... W la rimasterizzazione... !!!), cosa affidata fino ad oggi a dei bootleg di misera qualità acutisca, e dall'altro, possiamo soddisfare la nostra curiosità sul gruppo nel periodo di maggior maturazione musicale.
 
Si parte con R.I.P. in versione inglese presente nel disco estero del Banco ma cantata in parte in italiano. Il brano è dirompente e potente: la presenza dei fratelli Nocenzi spinge il ritmo a livelli altissimi... Dopo arriva "L'albero del pane", chicca di curiosità per chi non possiede il precedentemente citato disco estero (non presente sul nostro mercato). Segue uno dei punti più interessanti del live ovvero "La danza dei grandi rettili" in una grandiosa versione da 11 minuti. Grande... grandiosa... La tecnica è padrona della scena in tutto il pezzo: nei primi cinque minuti si ha un crescendo incredibile di ritmo e tensione. Dopo un intermezzo improvvisato alla tromba arriva la citazione alla parte acustica di "Canto nomade" de Io sono nato libero. Ecco l'immancabile "Non mi rompete" e poi "Dopo... niente è più lo stesso". Qui lo spazio per l'improvvisazione è nullo e la versione segue fedelmente l'originale. Chiudono "Traccia II" e la mastodontica "Metamorfosi" in una versione estesa da oltre 26 minuti. Non manca il lungo assolo di pianoforte ma anche un intermezzo pulsante di moog.
 
Una chicca imperdibile per i fans.

 

 Track list:

  1. R.I.P.
  2. L'albero del pane
  3. La danza dei grandi rettili
  4. Passaggio
  5. Non mi rompete
  6. Dopo... niente è più lo stesso
  7. Traccia II
  8. Metamorfosi

 

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   Formazione più rappresentativa:  
     
 
  • Vittorio Nocenzi: Organo/Sintetizzatore/Spinetta
  • Gianni Nocenzi: Pianoforte/Piano elettrico
  • Rodolfo Maltese: Chitarra/Tromba
  • Renato D'Angelo: Basso/Chitarra acustica
  • Pier Luigi Calderoni: Batteria/Percussioni
  • Francesco Di Giacomo: Canto

 
 
 
   Sito Ufficiale:  
  bancodelmutuosoccorso  

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