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LE ORME

 
 
 
   Collage (71)  
     
 

Primo disco progressive per questa band veneziana che entra con prepotenza in questo ambito con uno stile tutto suo basato su tastiere/basso/batteria con qualche spruzzo di chitarra acustica e la voce particolare di Aldo Tagliapietra.
 
Il sound, pur non raggiungendo qui la maturazione, è un qualcosa di veramente originale contando l'impostazione a trio. Bisogna comunque mettere in luce che il gruppo non riesce in questo lavoro a distaccarsi completamente dal filone precedentemente percorso, lasciando poche ma ben visibili venature beat e pop.
 
Spiccano la opener "Collage" con abbondanti citazioni classiche all'interno nella parte ai clavicembali, la struggente storia di "Era inverno", il classico "Sguardo verso il cielo", e la pazza "Evasione totale".
 
Originale e bello ma il meglio deve ancora arrivare.

 

 Track list:

  1. Collage
  2. Era inverno
  3. Cemento armato
  4. Sguardo verso il cielo
  5. Evasione totale
  6. Immagini
  7. Morte di un fiore

 

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   Uomo di pezza (72)  
     
 

Dopo il preambolo progressivo dato dal precedente "Collage", il gruppo delle Orme riesce a compiere un decisivo passo avanti e raggiungere un livello compositivo di pregevole fattura. La maturità acquisita è palpabile già dalle prime note del disco: "Una dolcezza nuova" rappresenta una delle più potenti aperture di tutti i dischi progressivi con un intensissimo intreccio di organo e basso/batteria in cui tentennano e colpiscono dei chiari punti di pianoforte eseguiti dall' ospite o, meglio, quarto elemento Gian Piero Reverberi. Stupendo lo stacco tra potenza di gruppo e impulso melodioso voce/piano, in cui l'ascoltatore viene rapito dall'incredibile costruzione armonica in cui alcuni giochetti stereo hanno dei risultati al di fuori dello sperato. Segue la bella "Gioco di bimba", brano di punta del disco per quel che riguarda la visione di classifica... Ai tempi ebbe un grande successo tanto da far discutere se un gruppo poteva essere ai vertici delle classifiche e considerarsi contemporaneamente alternativo.
La linea melodiosa e tranquilla, quasi da musica tradizionale con tempo walzer, subisce un notevole mutamento nella seguente "La porta chiusa", struggente e potentissimo episodio composto su più temi cuciti insieme dalla imprevedibile batteria di Michi Dei Rossi. Si chiude così, in maniera magistrale uno dei miei lati A preferiti in quanto dopo vari e vari ascolti, lo riscopro sempre interessante ed entusiasmante.
 
Leggermente inferiore musicalmente ma anche spiritualmente il secondo lato di cui segnalo "Breve immagine" e l'acustica "Figure di cartone". Il disco comunque non ne esce in difetto e risulta uno dei migliori lavori progressivi usciti dal nostro paese.
CONSIGLIATO

 

 Track list:

  1. Una dolcezza nuova
  2. Gioco di bimba
  3. La porta chiusa
  4. Breve immagine
  5. Figure di cartone
  6. Aspettando l'alba
  7. Alienazione

 

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   Felona e Sorona (73)  
     
 

Dopo un disco epocale ed indispensabile quale "Uomo di Pezza", il gruppo tenta un ulteriore passo verso la maturità completa, riuscendo a proporre uno dei migliori concept italiani narrando di due pianeti destinati a non incontrarsi mai.
 
La linea melodica segue il lavoro precedente mentre la musica riesce a distingersi in un ritrovato gioco di equilibri in cui spiccano dei bellissimi passaggi di organo, pianoforte, moog, Solina Strings e altro.
Bello l'inizio con "Sospesi nell'incredibile": pregiato incrocio di organo e canto con linea stilisticamente chiara. Altro momento da segnalare è "L'equilibrio" dove l'Hammond di Pagliuca riesce da solo a costruire la struttura portante, esaltando un eccezionale intervento di pianoforte nel seguente strumentale. Grandioso anche il finale con "Ritorno al nulla": un intreccio di synth per una chiusura potentissima.
 
Ne è uscita anche una versione inglese con i testi trattati da Peter Hammill dei VDGG.
CONSIGLIATO.

 

 Track list:

  1. Sospesi nell'incredibile
  2. Felona
  3. La solitudine di chi protegge il mondo
  4. L'equilibrio
  5. Sorona
  6. Attesa inerte
  7. Ritratto di un mattino
  8. All'infuori del tempo
  9. Ritorno al nulla

 

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   In Concerto (74)  
     
 

Commento di Alessio
Siamo nel 1974 quando per la prima volta nella storia della musica italiana viene registrato un Live Album... Sono appunto Le Orme a pervenire in questo intento.
C'è da premettere di questo album che la qualità sonora è abbastanza scadente, ma putroppo le tecniche di registrazione del periodo, probabilmente, non permettevano di meglio.
Si parte con Truck Of Fire, un inedito diviso in due traccie distinte, abbastanza complesso... si alternano bene assoli di pianoforte, Hammond e sintetizzatori. Michi Dei Rossi è scatenato in queste parti e si lascia spesso andare ad alcuni assoli di batteria mentre Tagliapietra è quasi assente qui. E' un pezzo abbastanza bello ma che secondo me eccede un po' troppo nell'inventiva rischiando di diventare un po' pesante da sentire.
Seguono pezzi già noti eseguiti magistralmente... (bella "Era inverno" con una splendida intro). Ritorno al nulla è abbastanza differente rispetto a quella già registrata in sala prove, forse per seguire le esigenze di un concerto. Strana scelta poi di inserire una sigla per "Collage", in cui si sente la versione proveniente dall'album di quest'ultima.
Un album che comunque risulta gradevole, ma consigliato in particolar modo a chi ha già i dischi in studio.

 

 Track list:

  1. Truck Of Fire part 1
  2. Truck Of Fire part 2
  3. Sguardo verso il cielo
  4. Era inverno
  5. Ritorno Al Nulla
  6. Collage (sigla)
  7. Collage

 

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   Contrappunti (74)  
     
 

Entra ufficialente a far parte del gruppo Reverberi che molto aveva aiutato anche in veste di esecutore nei precedenti lavori, donando anche un contributo compositivo nella canzone che dà il nome all'album, forse il momento più duro della band. In essa, e soprattutto nella parte centrale, si possono risentire le chiare influenze date dalla musica classica, campo molto caro allo stesso Reverberi che ne darà ampio risalto con i Rondò Veneziano.
 
Il resto del disco si assesta su toni più leggeri e standard ma comunque interessanti. Bella la ballata "Frutto acerbo", giovane storia di timida vita quotidiana, e "India", messaggio di sconforto dopo che la patria della pace ammise il possesso di una bomba atomica. Da ricordare anche "Maggio", altro cavallo di battaglia del gruppo.
Consigliato.

 

 Track list:

  1. Contrappunti
  2. Frutto acerbo
  3. Aliante
  4. India
  5. La fabbricante d'angeli
  6. Notturno
  7. Maggio

 

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   Smogmagica (75)  
     
 

Il gruppo delle Orme si può considerare uno dei precursori anche nel campo delle mode essendo riuscito ad andare a registrare a Los Angeles il nuovo disco targato 1975 e intitolato Smogmagica. Il suond degli esordi progressivi è ormai lontano, lasciando il posto ad inesorabili passaggi pop. Sono comunque presenti le belle "Los Angeles", "Immensa distesa" e "Amico di ieri".
 
Da segnalare la presenza alla chitarra di Tolo Marton, giovanotto sconosciuto al tempo.

 

 Track list:

  1. Los Angeles
  2. Amico di ieri
  3. Ora o mai più
  4. Laserium floyd
  5. Primi passi
  6. Immensa distesa
  7. Amanti di città
  8. L'uomo del pianino
  9. Laurel canyon

 

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   Orme (1990)  
     
 

Commento di Roberto
Orme o POOH ( con tutto il rispetto dovuto ai Pooh, ottimi strumentisti e bravissimi nel loro genere, come testimonia la loro parabola, partita mille anni fa ed ancora viva ai nostri giorni ).
 
ORME o POOH dicevo, è l' immagine che mi si è parata davanti agli occhi, o forse, visto che parliamo di suoni, la sensazione che ha attraversato le mie orecchie, ( specie la tracce n° 7 e n° 9 ) dopo aver tolto dal lettore CD questo lavoro datato 1990 e prodotto da Mario Lavezzi.
 
E che dire della traccia n° 5 , a me ha ricordato vagamente i Garybaldi ed alcune sonorità dell' album NUDA.
 
Nove canzonette carine, un paio gradevoli, ma senza arte nè parte, che nulla danno di valore aggiunto alle ORME che tutti abbiamo amato, nove canzonette che, anche se ascoltate e riascoltate, non " restano " come invece fanno quelle dei già citati POOH.
 
35 minuti e 23 secondi acquistati in superofferta a meno di 5 Euro, la stessa cifra spesa, lo stesso giorno, per un altro acquisto in offerta, YS del Balletto di Bronzo che avevo solo su un vinile ormai ridotto allo stremo.
 
Un BALLETTO che mi ha subito riconciliato con il buon PROG.

 

 Track list:

  1. L' universo
  2. Terra antica
  3. Dublino addio
  4. Diventare
  5. 25 Maggio 1931
  6. Se tu sorridi brucia il mondo
  7. Chi sono io
  8. Ritrovare te
  9. L' indifferenza

 

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   Il Fiume (96)  
     
 

Si dice che i gruppi progressivi degli anni settanta, stiano vivendo in questo periodo una seconda giovinezza (magari in contemporanea a qualche festa per il trentennale dell'esordio…). Fatto sta che al ritorno discografico dopo varie vicissitudini dovute ai più disparati motivi, difficilmente si riesce a proporre materiale valido e di buon gusto, mantenendo fede a quella linea compositiva che aveva segnato i bei giorni passati. Bene, i componenti de Le Orme sono riusciti in questo intento, e per di più il risultato è a dir poco sorprendente. Proponendo questo "Il Fiume", le Orme si impongono ai giorni nostri con un lavoro che non disdegna atmosfere contemporanee con strumenti e suoni moderni ma ribadisce e rimette in primo piano, stile di composizione e passaggi comparabili a quelli dei dischi migliori. Un lavoro estremamente curato e ben confezionato che deve molto ai due componenti originali Tagliapietra e Dei Rossi, ma anche ai bravissimi Francesco Sartori e Michele Bon, che con notevole maestria e tecnica sopraffina, fanno trasportare l'ascoltatore in un mosaico di tastiere di altissimo livello. Mentre Francesco incanta al pianoforte (basta sentire "Dove l'Acqua si Riposa"), Michele stupisce al moog, all' Hammond e alla tastiera/chitarra ovvero una tastiera che emula in maniera perfetta il suono di una chitarra elettrica (fate sentire degli stralci di "Il Fiume" o "Il Vecchio" a qualche amico e poi chiedete se secondo lui è una vera chitarra…).
Il disco fila via liscio dall'inizio alla fine ma se devo segnalare i picchi più alti non posso fare a meno di citare "Il Fiume (parte prima)", "Madre Mia" con Tagliapietra al sitar, "Chiesa d'Asfalto" con un ottimo scambio di assoli finale, "Il Vecchio" e "Grande Acqua".
Un disco ottimo, che farà sicuramente breccia nel cuore dei fan del gruppo, e con il pregio di dover essere ricordato come uno dei migliori lavori degli anni '90 dei gruppi progressivi degli anni '70.

 

 Track list:

  1. Il Fiume (parte prima)
  2. Madre Mia
  3. Prima Acqua
  4. Chiesa d'Asfalto
  5. Danza dell'Acqua
  6. Lungo il Fiume
  7. Dove l'Acqua si Riposa
  8. Il Vecchio
  9. La Parola
  10. Grande Acqua
  11. Il Fiume (parte seconda)

 

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   Amico di Ieri (97)  
     
 

Oltre a ritornare sulle scene con un valido disco quale è "Il Fiume", i componenti delle Orme sono tornati a calcare palcoscenici di teatri, feste e locali a dimostrazione della riacquisita giovinezza artistica. Anch'io li ho visti più volte in azione e devo dire di essere sempre rimasto colpito in positivo dallo spettacolo sia dal punto di vista musicale sia da quello della presenza scenica. La mia impressione di questa raccolta è stata come una fotografia da studio dei vari concerti tenuti in quel periodo come per preservare un ricordo dell'impegno messo da tutti i componenti (Tagliapietra / Dei Rossi / Sartori / Bon) e magari anche per marcare su disco quelle modifiche e/o riarrangiamenti apportati ai vecchi cavalli di battaglia. Le canzoni presenti non fanno che dare forza alla mia teoria in quanto tutte (tranne "Immensa distesa" e "Canzone d'amore" se non ricordo male) sono punti di forza delle serate del gruppo condite con l'esecuzione integrale del precedente "Il fiume" e lo storico "Felona e Sorona".
A volte stupisce l'esecuzione che trasuda energia e grinta ancora dopo trent'anni come in "Sguardo verso il cielo" o nella lunga e perfetta "La porta chiusa". Non mancano canzoni riproposte come nella versione originale come "Gioco di bimba", o con qualche piccola variazione come in "Una dolcezza nuova", introdotta da un maestoso organo a canne.
Un valido disco che più che una raccolta io definirei una rivisitazione odierna di alcuni dei brani storici.
...non solo per gli amici di ieri...

 

 Track list:

  1. Sguardo verso il cielo
  2. Verità nascoste
  3. Gioco di bimba
  4. Cemento armato
  5. India
  6. Canzone d'amore
  7. Una dolcezza nuova
  8. Collage
  9. Amico di ieri
  10. Immensa distesa
  11. La porta chiusa

 

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   Elementi (2001)  
     
 

Qualche anno dopo l'ultima fatica "Il Fiume", disco pregevole ed originale come ho cercato di dire qualche riga sopra, il gruppo de Le Orme torna alla ribalta del mercato discografico con un classico dei temi letteral/cinematografico/musicale: i quattro elementi.
 
La prima differenza sta in un cambio di formazione: esce il bravo Francesco Sartori ed entra Andrea Bassato. Questo cambio è avvenuto se non sbaglio intorno a fine '97 (vidi al tempo qualche serata live dalle mie parti con il nuovo entrato) e quindi bisogna tenere a mente di non poter utilizzare come attenuante la "freschezza" del tastierista, che se la cava molto bene anche col violino (in un altro live seguente eseguiva delle parti con un violino elettrico) tra l'altro. Attenuante perché: perché il disco non cerca di spaziare in una ricerca tra il classico stile degli anni '70 e il proponimento di apertura al moderno; si crea un contesto di accondiscendenza al genere progressive che richiama direttamente in causa passaggi storici (si ascolti la fine di "Danza della terra" e la si confronti con "La porta chiusa" ad esempio) e con accenti anche al di fuori dello stesso gruppo.
 
Sia ben chiaro che chi si accosta al disco Elementi senza aver pretese di ricerca e un minimo di spirito critico sul campo, troverà un risultato eclatante, anzi sono quasi sicuro che questa sia stata una scelta per allargare la schiera dei fan e dei conoscitori con qualche giovanotto incuriosito dalla decennale attività. Detto questo, anche se non mancano dei buoni momenti tra i quali "Risveglio", "Canto di Primavera", "Danza della pioggia" e "Luce Dorata", mi riesce difficile darne una valutazione cristallina, visto soprattutto il paragone immediato ed ingombrante con Il Fiume. Sarà che qui se ne segue un po' il canovaccio ("Danza del vento" e "Il fiume (parte prima)", "Il vento, il cielo e la notte" e "Madre mia" ... e così via contando la toccata pianistica "Danza della pioggia" e la corrispondente "Dove l'acqua si riposa") o sarà perché non sento neanche tanto affiatamento tra gli stessi elementi, soprattutto dalla batteria divenuta anonima di Michi Dei Rossi.
 
Riassumendo, il disco tutto sommato suona bene... anche se in più punti suona di già sentito.

 

 Track list:

  1. Danza del vento (parte prima)
  2. Il vento, il cielo e la notte
  3. Danza del vento (parte seconda)
  4. Danza della terra
  5. Risveglio
  6. Canto di preghiera
  7. Lord of dance
  8. Danza della pioggia
  9. Dove tutto è!
  10. Luce dorata
  11. Danza del fuoco
  12. Il respiro
  13. Danza del vento (parte terza)
  14. Risveglio(ripresa)

 

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   L'infinito (2004)  
     
 

Sì lo so, lo so...: la trilogia...; bisogna ascoltare il disco con animo puro e cuore impavido...; eccetera eccetera eccetera... TUTTO QUESTO LO SO!!! Quello che ancora so è che per svariato tempo ho riascoltato questa nuova performance da studio dello storico gruppo veneto cercando di trovare un motivo per ascoltarlo nuovamente; ...e non maltrattarlo e scrivere giù di tutto come sarei stato costretto già dopo l'estenuante "prima volta".
 
Ma la tristezza e l'amarezza che mi pervade ad ogni ascolto non ha eguali: siamo di fronte alla seconda brutta copia de "Il Fiume" dopo già quella mal riuscita di "Elementi". C'è ben poco da dire anche sulle composizioni che, a parte gli stupendi suoni sia moderni che d'epoca '70, offrono, in maniera alpiù caritatevole, misere emozioni sempre più votate al pop e leggera che al progressive. Se nelle prime tracce troviamo un leggero tentativo di sollevare la testa, forse con uso eccessivo dell' "Alien", dalla settima in poi preferisco non commentare. Segnalo solo per la sezione Curiosità la somiglianza (per non dire ugualianza) della melodia di "La ruota del cielo" con "India" nei versi iniziali "Gira la ruota, la ruota di preghiera" e "Mistica donna dal volto di bronzo": cio' che cambia e' solamente il valore delle note...
 
Attenderò ora con ansia ora i soliti tre/quattro anni (in media) per l'uscita del PROSSIMO lavoro, dove alibi e canovacci prestampati da trilogia non esisteranno e il gruppo sarà costretto a proporre materiale (io spero) nuovo e (IO SPERO) ancora interessante. Concludo infine chiedendo scusa agli elementi delle stesse Orme per questa che più che una recensione sembra una dichiarazione di guerra: in fondo sono sempre stati uno dei miei gruppi preferiti e non voglio con queste mie parole mancare di rispetto alle loro fatiche.

Concludendo, contenti loro...

 

 Track list:

  1. Il tuono e la luce
  2. La voce del silenzio
  3. Shanti
  4. L'infinito
  5. Si può immaginare
  6. Il tempio sul lago
  7. Questo è il mattino
  8. Canto
  9. La ruota del cielo
  10. Tra la luna e il sole
  11. Come onde sull'oceano
  12. L'infinito (ripresa)

 

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   Formazione più rappresentativa:  
     
 
 
 
 
   Sito Ufficiale:  
  www.le-orme.com  
   Fan Club:  
  leormefanclub.com  

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