|
Commento
di Luca Martini
Da una costola dei Genesis (ovvero
Phil Collins), nasce questo esperimento di jazz rock
davvero interessante che assume il nome di Brand X,
costituito, oltre al batterista leader, da John Goodsall
(ex Atomic Rooster) alla chitarra, Robin Lumley già
collaboratore di David Bowie) alle tastiere e Percy
Jones (ex Liverpool Scene e collaboratore di Brian Eno)
al basso.
Il gruppo nasce nel 1976, e lavora nei momenti di pausa di Collins con i Genesis. Si tratta, però, di musica completamente differente, molto più rock jazz e molto meno rock progressive. Il risultato è rappresentato da una carriera lunga oltre un ventennio, che ha prodotto almeno tre dischi bellissimi (i primi tre, ovvero Unorthodox Behaviour, il disco qui recensito, Moroccan Roll e Livestock), nonché, caso più unico che raro, una ottima reunion, avvenuta senza Collins, sfociata nel disco XCommunication del 1992.
Questo disco può essere considerato un piccolo capolavoro di musica originale, un mix tra fusion, progressive e jazz rock, e segna il debutto del gruppo sul mercato discografico. L’attacco del disco è folgorante: nuclear burns è un vero fuoco di artificio, un rincorrersi di batterie, di tastiere e di chitarre tiratissime, ad un ritmo forsennato, davvero atomico. Ma anche il resto del disco non è certo da meno, con un uso sapiente ed efficace del sintetizzatore MOOG che ci riporta alle classiche atmosfere progressive anni settanta. La batteria di Phil Collins è a livelli stellari, con virtuosismi incredibili, supportata da un basso stratosferico, quello di Percy Jomes, al quale pare venire tutto facile. Il gruppo è affiatatissimo, e si percepisce una voglia di fare musica contagiosa, e un divertimento che traspare dalle note dell’ensamble.
L'album si chiude con Touch Wood, un brano di breve durata estremamente raffinato e curato, interamente acustico, con il sax di Jack Lancaster a disegnare melodie suggestive.
Secondo me, un album prezioso, da possedere.
|
|