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KING CRIMSON

 
 
 
   In the court of the Crimson King (69)  
     
 

Straordinario disco d'esordio che segna, secondo me, la nascita del rock progressivo!
Gran euforia nella opening "21st century schizoid man", mentre il resto del disco rimane su toni rilassati.
Un grandissimo disco da avere assolutamente, inutile perdersi in chiacchiere.

 

 Track list:

  1. 21st Century Schizoid Man
  2. I Talk to the Wind
  3. Epitaph
  4. Moonchild
  5. The Court of the Crimson King

 

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   In the wake of Poseidon (70)  
     
 

Commento di Gioser345
“In the Wake of Poseidon” è un’opera di transizione che si inserisce mediatamente fra i King Crimson di “In the Court of the Crimson King” ed i rinnovati re Cremisi, dalla accesa matrice jazzistica, che esordiranno con il successivo “Lizard”. Nonostante tale precarietà, esacerbata dai dissidi interni che porteranno durante la lavorazione del disco all’abbandono progressivo di Mc Donald, Lake ed infine Mike Giles, la verve compositiva di Fripp, unico reduce della formazione originale a lavoro ultimato, non sembra risentirne. Al contrario la supremazia del chitarrista ne esce ulteriormente esaspera, relegando, spesso ingenerosamente, gli altri componenti a semplici comprimari esecutori delle sue direttive. Per far fronte alle varie dipartite Fripp rispolvera la collaborazione con il bassista Peter Giles, già suo compagno nei Giles, Giles & Fripp, e recluta, a registrazioni già avviate, altri musicisti da affiancare al reduce Sinfield: il bravo sassofonista e flautista Mel Collins, l’ottimo pianista jazz Keith Tippet e il cantante Gordon Haskell, che sostituirà nell’album successivo non solo alla voce ma anche al basso Greg Lake. Malgrado le tante difficoltà, l’opera, spesso sottovalutato dalla critica, si configura come abbastanza lineare e ben dinoccolata nei suoi vari orpelli, esibendo, in alcuni fraseggi una ancor più smaliziata confidenza con la peculiare forma canzone già proposta nel predecessore, pur senza centrarne i medesimi vertici creativi. La struttura di “In the Wake of Poseidon” si dispiega attraverso cinque tracce intercalate dal tema ricorrente di “Peace”, intermezzo di breve durata e variabile impostazione, che affiora tre volte, supportato da una soffice strumentazione e dal flebile canto di Lake. Sostanzialmente, escludendo sperimentali accorgimenti inclusi soprattutto nella seconda parte dell’album, l’impianto costitutivo di molti brani sembra riproporre specularmene l’assetto e gli arrangiamenti del precedente “In the Court of the Crimson King”. Così “Pictures of a City” riprende gli intrecci fra sax e chitarra di “21st Century Schizoid Man” pur senza sfiorarne la selvaggia irruenza, “Cadance and Cascade”, unico brano intonato da Haskell, rinnova e migliora le atmosfere fatate e carezzevoli di “I Talk to the Wind” tramite il melodioso preludio di chitarra acustica e il misurato e soave flauto di Collins, e “In the Wake of Poseidon”, canzone da cui trae titolo l’album, si districa fra mellotron e chitarra acustica sul modello di “Epitaph” e “The Court of the Crimson King”, pur senza emulare la mansuetudine e la grazia della prima o la maestosità e lo sfarzo della seconda. L’album prosegue con “Cat Food”, estroversa e gradevole canzone (forse la migliore dell’opera) ordita su di un insistito giro di basso ornato dal pianoforte jazzato di Tippet, su cui fa capolino, saltuariamente, qualche sfregata di chitarra, e si chiude, prima della conclusiva replica di “Peace”, con “The Devil’s Triangle”, brano suddiviso in tre sezioni (“Merday Morn”, “Hand of Sceiron”, Garden of Worm) che si fondono in una lunga suite languida e flebile, dalle orchestrazioni minimali, e disadorne in larghe sezioni, su cui intervengono importanti contaminazioni jazzistiche al limite dell’improvvisazione.
 
Album di valore e spesso sottovalutato, voto: 8

 

 Track list:

  1. Peace/A Beginning
  2. Pictures of a City
  3. Cadence and Cascade
  4. In the Wake of Poseidon
  5. Peace - A Theme
  6. Cat Food
  7. The Devil's Triangle
  8. Peace/An End

 

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   Lizard (70)  
     
 

Altro grande disco! Le mie preferite sono "Cirkus", arpeggi impensabili di Fripp alla chitarra, e la title track, da Rock a jazz impressionante! Questo disco segna anche la presa assoluta dei comandi da parte di Fripp.

 

 Track list:

  1. Cirkus
  2. Indoor Games
  3. Happy Family
  4. Lady of the Dancing Water
  5. Lizard

 

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   Islands (71)  
     
 

Secondo me il disco più strano e, per me, più indigesto di questo gruppo!
Il suono cambia molto rispetto ai dischi precedenti: è un incrocio di violini e chitarre... Bisogna comunque prendere atto che Fripp, pur essendo l'indiscusso leader del gruppo, non disegna un ruolo di primo piano alla sua chitarra ma le relega spesso atti di rifinitura.
Onestamente non è il mio disco preferito.

 

 Track list:

  1. Formentera Lady
  2. Sailor's Tale
  3. The Letters
  4. Ladies of the Road
  5. Prelude: Song of the Gulls
  6. Islands

 

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   Larks' Tongues in Aspic (73)  
     
 

Commento di Gioser345
1973, si apre una nuova fase nella storia dei King Crimson, non solo per l’ennesima epurazione compiuta da Fripp, che rinnova completamente lo schieramento del gruppo, ma anche per il subentrare di profonde innovazioni musicali che si stagliano in nuovi orizzonti sperimentali ed inattesi cimenti sonori.
Dopo la pubblicazione di “Lizard” (1970) e “Islands” (1971), albums concepiti da una traballante e riottosa formazione, Fripp decide di accantonare i vari Tippet, Collins, Haskell, Wallace, Miller, Chiarig, Evans e Burrel, insofferenti e reprobi al suo dispotismo ed arruola nuovi membri più accondiscendenti e rispettosi della sua leadership: il violinista David Cross, il misterioso percussionista e rumorista Jamie Muir, che abbandonerà la band a lavorazione dell’album conclusa per fuggire in un monastero buddista sui monti del Tibet, il nuovo paroliere Palmer-James, ma soprattutto, reduce dalla strepitosa esperienza con gli Yes del magico trittico “Yes Album”, “Fragile” e “Close to the Edge”, lo straordinario Bill Bruford, batterista fra i migliori della sua generazione, dotato di formidabile acume e rara sensibilità ritmica, ponderato, originale, sempre puntuale e mai eccessivamente intrusivo. Ad essi si aggiunge il bravissimo John Wetton, bassista dei geniali Family, ed anch’esso fra i migliori alfieri del suo strumento, da cui sa trarre peculiari cadenze ed inconfondibili accenti, spesso asprigni ed irti come la sua voce, perfettamente miscelata alle composizioni del nuovo corso Frippiano.
“Larks’ Tongues in Aspic” rappresenta quindi un punto di volta fondamentale nella carriera del gruppo, un puntello imprescindibile per comprendere l’evoluzione stilistica dei King Crimson fino ad oggi. Se le atmosfere di “Lizard” e “Islands” erano intrise di suggestioni jazzistiche dominate dagli strumenti a fiato e se in essi la chitarra si eclissava in minuti accenni fino quasi a sparire completamente sovrastata da ottoni, mellotron e pianoforte, in “Larks’ Tongues in Aspic” il cauto chitarrista abbandona i finimenti e le cesellature formali per irrompere sulla scena con la violenza inaudita di tumultuosi e ispidi riff che rasentano l’hard e sventrano il pacato ricamo del solerte, dinamico e lamentoso violino di Cross coadiuvato dalla precisione della batteria di Bruford, la scrupolosità del basso di Wetton e dall’imprevedibilità di Muir. Così ai King Crimson marcatamente influenzati dall’approccio jazz dei due precedenti lavori si avvicenda un gruppo integralmente rinnovato, nel suono e nei componenti, che rinuncia per la prima volta ai fiati e ridimensiona pesantemente il ruolo del mellotron, sostituendo il loro apporto melodico con un violino e una rinvigorita chitarra prettamente elettrica.
L’album è aperto dalla estesa e scarmigliata suite dal titolo omonimo, innescata dai suggestivi giochi rumoristici di Muir a cui si accoda il delicato violino di Cross, su cui poi prorompe la strepitante chitarra di Fripp, che dopo due alternati stacchi violino-chitarra si abbandona a scrosci solistici magistralmente scortati dai duetti ritmici di Bruford e Wetton, per poi scivolare nuovamente su un ampia sezione condotta ancora dal violino dolente di Cross fino alla chiusura sfumata dalla chitarra di Fripp.
Segue il primo dei tre brani cantati, “Book of Saturday”, canzone breve ed orecchiabile, molto leggera e melodica, ma senza pretese. La successiva “Exiles”, anch’essa cantata e molto placida, è invece composizione più sofisticata, coralmente eseguita e retta dalla linea guida impartita dallo struggente ed eccellente violino di Cross. Easy Money si snoda invece attraverso la ruvida, ma sommessa chitarra di Fripp accompagnata dal buon lavoro di Muir, dai sempre zelanti strumenti ritmici e dalla asciutta voce di Wetton. Viceversa “The Talking Drum” è un pezzo esclusivamente strumentale impostato su di una inesorabile ascesa progressiva in gli strumenti si accavallano gradualmente in un ossessionante battito su cui tesse il violino di Cross. L’opera termina con la seconda parte di “Larks’ Tongues in Aspic”, un brano esaltante e sbalorditivo, fra i migliori in assoluto del repertorio cremiso. Il tema portante è tracciato da una chitarra spigolosa e sgarbata che si intercala a partiture di violino, a cui si sovrappongono, a intervalli periodici, palpitanti alterchi fra basso e batteria arrangiati in soluzioni solistiche, fino a giungere poi sul finire ad un sublime e brutale passaggio dalla tensione convulsa retto dalla violenta chitarra di Fripp a cui si addizionano, sul medesimo registro sonoro, un basso e una batteria parimenti scarni e feroci che dilaniano qualsiasi residuo melodico, mentre Cross maltratta le corde del suo violino prima dello scioglimento finale.
 
Album inatteso ed innovativo, voto: 7,5

 

 Track list:

  1. Larks' Tongues in Aspic, Pt. 1
  2. Book of Saturday
  3. Exiles
  4. Easy Money
  5. The Talking Drum
  6. Larks' Tongues in Aspic, Pt. 2

 

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   Starless and Bible black (74)  
     
 

Altro grande disco: pazzoide la strofa di "The Great deceiver", mentre i punti di forza sono sicuramente "Lament" e "Fracture"!!
Non serve dire altro.

 

 Track list:

  1. The Great Deceiver
  2. Lament
  3. We'll Let You Know
  4. The Night Watch
  5. Trio
  6. The Mincer
  7. Starless and Bible Black
  8. Fracture

 

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   Red (74)  
     
 

Onestamente uno dei miei preferiti, se non IL mio preferito!
Ogni canzone ha un qualcosa che non riesco a trovare in nessun altro disco e/o gruppo!!! Il tutto basato sull'improvvisazione estrema! Altrimenti come mi spiegate la seconda parte di "Starless"???
Quest'ultima è una perla rara nel panorama musicale mondiale: un inizio cantato con stupenda melodia guidata dal mellotron di Fripp, e una devastante seconda parte strumentale che vede impegnata non poco tutta la formazione, soprattutto il grandissimo Bill Bruford
Super Consigliato.

 

 Track list:

  1. Red
  2. Fallen Angel
  3. One More Red Nightmare
  4. Providence
  5. Starless

 

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   USA (75)  
     
 

Uscito nel '75... poi ritirato dal mercato perchè secondo Fripp non rappresentava bene i King Crimson...ora nuovamente ristampato, questo live del tour di Red che vede, nella nuova versione cd, anche l'aggiunta di altre canzoni non presenti sul vinile originale.

 

 Track list:

  1. L. T. in A., pt. 2
  2. Lament
  3. Exiles
  4. Asbury park
  5. Easy money
  6. 21st Century schizoid man

 

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   Discipline (81)  
     
 

Primo e, forse, miglior disco degli anni 80 di questo gruppo.
Il sound cambia molto rispetto ai lavori precedenti e ne spuntano la bella "Matte Kudasai", "Thela Hun Ginjeet" ed "Elefant Talk".

 

 Track list:

  1. Elephant Talk
  2. Frame by Frame
  3. Matte Kudasai
  4. Indiscipline
  5. Thela Hun Ginjeet
  6. The Sheltering Sky
  7. Discipline

 

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   Beat (82)  
     
 

Non brilla proprio questo disco che deve i suoi momenti migliori a "Heartbeat" e alla dolce "Two Hands". Certo bisogna riconoscere che Fripp non fa svendere il gruppo con passaggi e melodie commerciali o consolidate; certo è che... neanche il TROPPO fa bene!

 

 Track list:

  1. Neal and Jack and Me
  2. Heartbeat
  3. Sartori in Tangiers
  4. Waiting Man
  5. Neurotica
  6. Two Hands
  7. The Howler
  8. Requiem

 

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   Three of a perfect pair (84)  
     
 

Questo disco comincia con la grandiosa "Three of a perfect pair" e segue con l'altrettanto buona "Sleepless". Poi del resto c'è poco di buono... anche "Lark's tongues an Aspic, part III"..!!!

 

 Track list:

  1. Three of a Perfect Pair
  2. Model Man
  3. Sleepless
  4. Man With an Open Heart
  5. Nuages
  6. Industry
  7. Dig Me
  8. No Warning
  9. Larks' Tongues in Aspic Pt. 3

 

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   The compact King Crimson (86)  
     
 

Raccolta di canzoni dai dischi anni '80 e dal primo "Court of C.K.".

 

 Track list:

  1. Discipline
  2. Thela Hun Ginjeet
  3. Matte Kudasai
  4. Three of a Perfect Pair
  5. Frame by Frame
  6. Sleepless
  7. Heartbeat
  8. Elephant Talk
  9. 21st Century Schizoid Man
  10. I Talk to the Wind
  11. Epitaph
  12. The Court of the Crimson King

 

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   THRAK (95)  
     
 

...e finalmente si ritorna a grandi livelli...!
Grandiose "Dinosaur", "Walking on air" e la stupenda "One Time".
Ritorna la voglia di ricerca con costante utilizzo di mezzi e suoni moderni anche se non viene dimenticato il vecchio e sempre caro mellotron.
Pazzoide la sovrapposizione di batteria in "Sex Sleep Eat Drink Dream".
Sicuramente uno dei dischi più interessanti degli anni '90.
Consigliato

 

 Track list:

  1. Vrooom
  2. Coda: Marine 475
  3. Dinosaur
  4. Walking on Air
  5. B'Boom
  6. Thrak
  7. Inner Garden I
  8. People
  9. Radio I
  10. One Time
  11. Radio II
  12. Inner Garden II
  13. Sex Sleep Eat Drink Dream
  14. Vrooom Vrooom
  15. Vrooom Vrooom: Coda

 

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   Cirkus (99)  
     
 

Doppio live che raccoglie incisioni live di tutti i tempi: dal '61 al '98.
Sono presenti anche delle cianfrusaglie per il computer, comunque prive di interesse.

 

 Track list:

    CD 1:
  1. Dinosaur
  2. Thela Hun Ginjeet
  3. Red
  4. B'boom
  5. Thrak
  6. 1 ii 2
  7. Neurotica
  8. Indiscipline
  9. Vrooom Vrooom
  10. Coda: Marine 475
  11. Deception of the Thrush
  12. Heavy ConstruKction
  13. Three of a Perfect Pair
  14. Sleepless
  15. Elephant Talk
    CD 2:
  1. 21st Century Schizoid Man
  2. Ladies of the Road
  3. A Man, a City
  4. In the Court of the Crimson King
  5. Fracture
  6. Easy Money
  7. Besancon
  8. The Talking Drum
  9. Larks' Tongues in Aspic, Pt. 2
  10. Starless

 

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   The ProjeKcts (1999)  
     
 

Commento di Marco
Uno dei migliori album realizzati dai King Crimson! E’ semplicemente musica improvvisata, una superba miscela di jazz, space-rock, metal ed ambite. Richiede un po’ di tempo per assimilarlo, ma non se ne rimarrà delusi, soprattutto degl’ultimi 2 cd, e i vari Levin, Gunn, Bruford, Fripp sembrano godere della libertà concessa loro per improvvisare... Quest’opera non ha niente a che fare con gli album precedenti o seguenti dei re Crimesi.

 

 Track list:

    ProjeKct One
    Live at the Jazz Cafe
  1. 4 i 1 2
  2. 4 ii 1
  3. 1 ii 2
  4. 4 ii 4
  5. 2 ii 3
  6. 3 i 2
  7. 3 ii 2
  8. 2 ii 4
  9. 4 i 3
    ProjeKct Two
    Live Groovedisc 2
  1. Sus-tayn-Z
  2. Heavy ConstruKction
  3. The Deception of the Thrush
  4. X-chayn-jiZ
  5. Light ConstruKction
  6. Vector Shift to Planet Detroit
  7. Contrary ConstruKction
  8. Live Groove
  9. Vector Shift to Planet Belewbeloid
  10. 21st Century Schizoid Man
    ProjeKct Three
    Masque
  1. Masque 1
  2. Masque 2
  3. Masque 3
  4. Masque 4
  5. Masque 5
  6. Masque 6
  7. Masque 7
  8. Masque 8
  9. Masque 9
  10. Masque 10
  11. Masque 11
  12. Masque 12
  13. Masque 13 - Masque 13 - (silence) - Hidden ending
    ProjeKct Four
    West Coast Live
  1. Ghost (part 1, track 1)
  2. Ghost (part 1, track 2)
  3. Ghost (part 1, track 3)
  4. Ghost (part 1, track 4)
  5. Deception of the Thrush
  6. Hindu Fizz
  7. ProjeKction
  8. Ghost (part 2, track 1)
  9. Ghost (part 2, track 2)
  10. Ghost (part 2, track 3)
  11. Ghost (part 2, track 4)
  12. Ghost (part 2, track 5)

 

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   The power to believe (2003)  
     
 

Commento di Marco
"The power to believe" è il nuovo album in studio dei King Crimson, che presenta il gruppo in una veste dura, verrebbe da dire quasi nu-metal. Dopo una breve "The power to believe I: a cappella" arriva la strabordante "Level Five": La complessità ritmica del brano però è di chiara matrice Crimson e non lascia spazio al dubbio che si tratti di un improbabile tentativo di cercare nuovi ammiratori fra i seguaci dei Korn. Da menzionare oltre a "Happy with what you have to be happy with", ci sono "Eyes wide open" a mostrare Fripp e i suoi compari impegnati a scrivere qualcosa di simile a canzoni, senza ovviamente rispettarne le strutture classiche, e "Potato pie".

Il punto focale dello stile dei King Crimson di oggi sono composizioni complesse, basate in gran parte sulle tessiture chitarristiche ordite dal leader e da Adrian Belew. Non c’è dubbio che il gruppo sia una macchina rodatissima e che Trey Gunn e Pat Mastelotto siano musicisti perfettamente in grado di tenere il passo dei più celebri compagni.

 

 Track list:

  1. The Power To Believe I: A Cappella
  2. Level Five
  3. Eyes Wide Open
  4. Elektrik
  5. Facts Of Life: Intro
  6. Facts Of Life
  7. The Power To Believe II
  8. Dangerous Curves
  9. Happy With What You Have To Be Happy With
  10. The Power To Believe III
  11. The Power To Believe IV: Coda

 

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   Formazione più rappresentativa:  
     
 
  • Robert Fripp: Chitarra
  • John Wetton: Basso/Voce
  • Bill Bruford: Batteria/Percussioni

 
 
 
   Sito Ufficiale:  
  elephant-talk.com  

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