|
|
|
|
|
|
DEMETRIO STRATOS |
|
|
|
|
Pagina a cura di Luca Martini
Non si può non dedicare una pagina all’avventura
solistica di quel gigantesco cantante che fu il leader degli
Area Demetrio Stratos, probabilmente
la voce più influente e straordinaria che la musica italiana
contemporanea abbia mai avuto. Un’intera generazione di cantanti
che vennero dopo di lui si sono trovati a fare i conti con
Stratos (si veda, per tutti, Piero Pelù, leader dei Litfiba),
con questo italiano nato da genitori greci in terra d’Egitto,
ad Alessandria, nel 1945. Dopo il debutto nel gruppo beat
“I ribelli”, Stratos divenne subito il leader incontrastato
di quello strepitoso gruppo che furono gli Area, producendo
alcuni dischi memorabili, tra cui ricordiamo "Arbeit macht
Frei" e "Crac!".
Accanto all’attività con gli Area, Stratos portò avanti una
prolifica carriera di cantante solista, producendo alcuni
dischi di valore assoluto, tra cui "Cantata Rossa per
Taal al Zaatar" del 1976, "Metrodora" dello
stesso anno, "O'Tzitziras O'Mitziras" del 1978,
"Cantare la voce" e "Recitarcantando",
sempre del 1978, "Rock'n roll exhibition" e "Le
Milleuna" del 1979, anno della sua prematura scomparsa,
avvenuta a soli 34 anni a seguito di una leucemia fulminante,
presso il Memorial Hospital di New York.
Le sue sperimentazioni vocali, con un’attenzione spasmodica
alle dipolofonie e alle triplofonie (ovvero l’emissione contemporanea
di due o tre suoni) hanno fatto di Stratos uno dei più grandi
innovatori del genere, influenzato dal lavoro di John Cage
e dall’avanguardia artistica dell’epoca. Le sue potenzialità
vocali furono sterminate e studiate da scienziati dell’epoca,
tra cui il CNR di Padova. Voce di estensione infinita e di
rara bellezza, riuscì a cantare emettendo suoni a 7000 Hz,
quando un tenore dotato può arrivare a 600 Hz, ed una voce
femminile acuta di soprano può raggiungere i 1100 Hz. Questo
fa comprendere l’eccezionalità della sua voce, spinta fino
all’impossibile, ed ancora oltre.
Qui recensiamo i suoi due dischi più importanti, ovvero “Metrodora”
e “Cantare la voce”. |
|
|
|
|
Metrodora
(76) |
|
|
|
|
|
Disco edito dalla
storica Cramps Records di Gianni Sassi, "Metrodora"
è il primo disco importante per voce solista di Stratos.
Qui la voce la fa davvero da padrona. Si tratta, infatti,
di un disco interamente vocale (se si escludono alcuni
rumori ottenuti nei primi quattro brani, segmenti appunto,
con un bicchiere d'acqua e una cartina da sigarette),
in cui Stratos cerca di sperimentare tutto il suo potenziale
(diplofonie, triplofonie, quadrifonie, onomatopee).
Qui la voce diventa strumento, e l’artista è in grado
di utilizzarla al meglio, sfidando le leggi della fisica,
senza tuttavia restare freddo, riuscendo ad emozionare
con una intensa tecnica espressiva.
 
Straordinari i due lamenti d’Epiro, in cui si ritrova il miglior Stratos dei tempi degli Area. Anche le melodie e le sonorità ci sono familiari, con diplofonie di bellezza assoluta. Incredibile ed ossessiva la title track, "Metrodora", che offre quasi nove minuti di nenia ipnotizzante ed angosciante.  
Un disco solo per appassionati, faticoso all’ascolto, da sentire diverse volte prima di apprezzarlo. Ma alla fine, che soddisfazione...
|
|
|
Track list:
- Segmenti Uno
- Segmenti Due
- Segmenti Tre
- Segmenti Quattro
- Mirologhi 1 (Lamento D'Epiro)
- Metrodora
- Mirologhi 2 (Lamento D'Epiro)
|
|
TOP |
|
|
Cantare
la voce (78) |
|
|
|
|
|
A proposito della voce, e di questo disco in particolare, Stratos diceva che "Noi partiamo con questo concetto: che della voce sappiamo pochissimo, quasi niente.. e il primo pezzo che si trova sulla prima facciata di un disco che è uscito oggi, che si chiama "Cantare la voce", si chiama "Diplofonie, Triplofonie, Investigazioni" e... si tratta di utilizzare l'orecchio come microscopio per estrarre dei brandelli di suono o dividere, addirittura, dei brandelli di suono per cercare di spezzare il suono, entrare dentro il suono, spezzarlo in due e in tre parti. Come funziona, secondo il mio parere: la voce ehm... qui funziona come un veicolo che ogni tanto dà delle occhiate a destra e sinistra, in... piccole camere, e... queste occhiate rimbalzano come delle palline da ping pong. Queste palline da ping pong, che rimbalzano per simpatia, possono essere controllate".  
Detto questo, il resto ha poco senso. Un disco non disco, in cui Stratos si spinge ancora oltre le sperimentazioni precedenti, alla ricerca dei limiti della voce umana, attraverso innovazioni vocalii dure da ascoltare ma di straordinaria qualità.  
Ancor più per appassionati del precedente, ascoltatori in grado di apprezzare un artista unico al mondo.
|
|
|
Track list:
- Investigazioni (Diplofonie E Triplofonie)
- Passaggi 1, 2
- Criptomelodie Infantili
Flautofonie Ed Altro
- Le Sirene
|
|
TOP |
|
|