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RENAISSANCE

 
 
 
   Ashes are Burning (73)  
     
 

Dopo cambi di formazione e un disco di dovuto assestamento, i Renaissance presentano uno dei migliori lavori del proprio catalogo. Le influenze progressive, nonostante l'anno, non sono sviluppate in maniera chiara se non in alcuni punti. Ciò che sostiene il gruppo e, soprattutto, il risultato finale, è la ricerca che si spinge in più spazi musicali: dall'etnico al folk; passando per citazioni classiche, rimandi indiani e qualche spruzzata jazz.

La spinta chiara e netta verso l'acustico, a comando del grande pianoforte di Tout, segna completamente il primo lato. Questo, nonostante la presenza di qualche (dovuto?) moog, penalizza l'ascolto in contesto progressivo. Qualcosa di più troviamo nella seconda facciata: l'apice è toccato nella traccia che intitola l'album ovvero la lunga "Ashes are burning".

Un disco estremamente godibile, forse non eccessivamente interessante dal punto di vista progressivo, ma canzoni come "At the Harbour" sono punti saldi nella discografia del gruppo.

 

 Track list:

  1. Can you Understand
  2. Let it grow
  3. Ont he frontier
  4. Carpet of the sun
  5. At the harbour
  6. Ashes are burning

 

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   Turn of the Cards (74)  
     
 

All'apice del momento maggiormente creativo, i Renaissance tornano dopo il precedente lavoro (meglio capolavoro) con questo Turn of the Cards. La formula non cambia e gli assi nella manica del gruppo sono sempre la strepitosa cantante Annie Haslam e il sorprendente agglomerato sonoro che riesce ad unire in maniera perfetta una venatura folk con atmosfere nettamente sinfoniche.

La ricerca musicale percorre un percorso molto vario e influenzato in maniera pesante dalla musica classica. Troviamo, come nella migliore tradizione Renaissance, imponente la presenza di orchestrazioni e parti di pianoforte. Notevole lo sforzo riguardo alla melodia: "I Think of You" e " Black Flame" rappresentano momenti di intensa drammaticità grazie alla Haslam che riesce a rapire l'ascoltatore in più punti.

"Things I Don't Understand " rappresenta il manifesto del marchio Renaissance: vi troviamo parti che richiamano antiche tradizioni culturali, una grandiosa parte (secondo minuto circa) in cui la voce ipnotizza con una linea nettamente scritta per un flauto, lirismo e momenti sinfonici da brivido (sesto minuto), il tutto culminante nella favolosa ripresa.

Buona anche la spigolosa e drammatica "Mother Russia".

Il disco ebbe un grande successo, soprattutto in America, mentre fu abbastanza snobbato dalla nostra critica.

Consigliato.

 

 Track list:

  1. Running Hard
  2. I Think of You
  3. Things I Don't Understand
  4. Black Flame
  5. Cold Is Being
  6. Mother Russia

 

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   Scheherazade and Other Stories (75)  
     
 

L'apice della produzione del gruppo in ambito progressivo è toccata dal racconto musicato di alcune leggende. La portante (che occupa interamente il secondo lato del vinile) è quella di Scheherazade, moglie del sultano che riesce a sottrarsi al proprio destino di morte sacrificale grazie alla sua abilità nel raccontare una lunga storia.
 
Lo stile ricalca il già percorso: atmosfere sinfoniche molto aperte ed ariose, molto pianoforte e la solita splendida voce della Haslam.
 
"Trip to the fair", nonostante il potentissimo inizio, rappresetna il punto debole del disco, sofferente forse di un limitato numero di idee.
 
Di altra pasta "The Vultures fly high": il ritmo è altissimo e le linee vocali si incastrano in maniera solida con i vari stacchi e passaggi. Tipicamente slow-Renaissance è la seguente "Ocean Gipsy": la ballata è un lungo viaggo alla ricerca della zingara dell'oceano sottolineato da estesi fondi orchestrali e di Solina.
 
"Song of Scheherazade" rappresenta il ritorno al connubio Reniassance + Orchestra. L'apice espressivo nella lunga suite è toccato in vari punti e in vari ambiti: la grande spinta progressive ("Fanfare"); romanticismo intelligente ("The sultan" e "Love Theme"); l'orchestrazione piena ("Fugue for the sultan" e "Finale").
 
Mi stupisce ancora il livello creativo: con uno stile così particolare e influenzato da ampie partiture sinfoniche, il gruppo è riuscito in maniera distinta a non cadere nel già scritto.
 
Un disco che piacerà ai fan del gruppo. Sicuro.

 

 Track list:

  1. Trip to the fair
  2. The Vultures fly high
  3. Ocean Gipsy
  4. Song of Scheherazade

 

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   A Song for all Seasons (78)  
     
 

Sono pochi i dischi che meritano di essere ricordati se targati anno 1978. Ormai quasi tutti hanno svoltato verso il commerciale per favorire qualche vendita in più a discapito di originalità e prestazioni. L'inevitabile via non mancherà di essere percorsa anche dai Renaissance che già in questo disco danno segni di cedimento. Nonostante tutto però il prodotto presentato ha delle peculiarità veramente interessanti.

L'orchestrazione sempre presente nei precedenti lavori, qui viene amplificata al massimo con conseguente accelerazione verso grandiosi momenti sinfonici: "Opening out", "The day of the dreamer" e "A song for all seasons" sono delle vere e proprie perle in cui brillano più richiamati tra i vari temi.

Come sempre l'equilibrio tra scorewriting, musicalità, orchestra e melodia è perfetto (ok... qualche eccesso orchestrale è presente...), il tutto trainato dalla strepitosa voce della Haslam (che, per l'angolo delle curiosità, diciamo tentò la strada dell'opera...): sempre efficacie e potente. Alcune sue entrate da brivido sono la drammatica sequenza al sesto minuto di "The day of the dreamer" e la finale di "A song for all seasons" in cui riesce a sottomettere gruppo ed orchestra (in regime di Pienissimo...) con incredibile eleganza.

"Kindness (at the end)" è un altro buon momento del disco: le atmosfere autunnali disegnate dalla contrapposizione tra piano e strings riescono a non far rimpiangere l'assenza della Haslam.

Del resto del disco che dire... un passetto verso il pop da classifica, alcuni bei momenti e qualche buona idea...

Potremmo definire "A Song for all Seasons" un disco al 50% visto che le canzoni di interesse (o almeno di mio interesse) sono esattamente la metà del programma: di certo quel 50 rappresenta un oggetto di grande valore e di grande innovazione e tecnica che merita di essere conosciuto.

Consigliato.

 

 Track list:

  1. Opening Out
  2. The day of the Dreamer
  3. Closer the Yesterday
  4. Kindness (at the end)
  5. Back home once again
  6. She is love
  7. Nothern lights
  8. A song for all seasons

 

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   Formazione più rappresentativa:  
     
 
  • Annie Haslam: Voce
  • Micheal Dunford: Chitarra/Voce
  • John Tout: Tastiere/Voce
  • Jonathan Camp: Basso/Voce
  • Terence Sullivan: Batteria

 
 
 
   Sito Ufficiale:  
  www.???.???  

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