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ALBERTO RADIUS

 
 
 
   Radius (72)  
     
 

Dopo alcuni dischi con i Formula3, Radius, stanco di dover limitare la propria espressività a favore di canzoni schematiche e basate più sulla melodia che sulla qualità dei musicisti (a parte qualche riffone iniziale...), presenta al pubblico questo Radius dal sapore genuino e sanguigno.
 
Niente schemi prefissati e soprattutto niente pietosissime strutture "strofa + ritornello": gli ingredienti dei sei brani sono improvvisazione e jam-session.
 
Radius raccoglie alcuni dei migliori solisti pop del momento, tra cui Demetrio Stratos, Gianni Dall'Aglio e Vince Tempera, e in quattro giorni del torrido luglio del '72, riesce a imprimere nel vinile una quantità di materiale impressionante, che se fosse stata sviluppata in altra maniera, avrebbe sicuramente potuto dare un degno seguito al lavoro in questione. Sono presenti anche piccole sbavature e imperfezioni che però con l'idea della toccata improvvisativa acquistano un fascino quasi esistenziale e testimoniano l'idea di proporre un lavoro diverso dal solito disco precisino dal primo all'ultimo minuto.
 
Parte Gianni Dall'Aglio in "Rock 1°" con un inizio durissimo, con sonorità miste tra Hendrix e Led Zeppelin. In "To the Moon I'm Going" c'è Stratos alla voce su quello che, alla fine, non è altro che un giro di blues lento, in cui spadroneggia una distorsione da effetto pelle d'oca. Dopo "Radius" ovvero alcune sperimentazioni di Radius alla chitarra, arriva uno dei miei punti preferiti: "Prima e Dopo la Scatola" con quella fantastica melodia cantata, seguita da una devastante improvvisazione.
Ma è forse nelle due ultime tracce che Radius trova il maggior feeling con gli ospiti: il nucleo degli Area in "Area" e Vince Tempera in "Il mio cane si chiama Zenone". Un intercalare di ottimi momenti solisti tra un episodio e l'altro del tema centrale la prima, e un vivacissimo jam su ritmo cavalcante con il piano di Tempera sempre in prima fila la seconda.
 
Visto come un disco progressivo, c'è del materiale ma non lo ritengo un disco miliare. Musicalmente parlando invece, il lavoro ha un valore indiscutibile in quanto alcuni brani ci sono veri e propri colpi di genio.
 
...e pure l'anima è immortale, se così non è allora cantare cosa vale.
 
Un disco che sarebbe meglio avere...

 

 Track list:

  1. Rock 1°
  2. To the Moon I'm Going
  3. Radius
  4. Prima e Dopo la Scatola
  5. Area
  6. Il mio cane si chiama Zenone

 

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   Carta Straccia (77)  
     
 

Siamo ormai alla fine degli anni '70 e il vecchio rock progressivo comincia a dare segni di stanchezza e declino. Si comincia a preferire alle complicate e lunghe atmosfere zeppe di tastiere tipiche della tradizione prog, soluzioni più leggere ed immediate. Anche questo disco conferma questa regola, magari per staccarsi definitivamente dal filone Il Volo, e rimane sempre su canoni molto leggeri, guidati da chitarre acustiche e Fender Rhodes. Il prodotto è comunque ben confezionato e spuntano dei bei testi con il pregio dell' originalità. Si veda qui il testo di "Ricette" e "Stai con me sto con te". Buone "Celebrai", "Pensami" e "Nel ghetto". "Carta straccia" ricorda stilisticamente il disco "Io tu noi tutti" di Lucio Battisti, fatto forse dovuto al particolare periodo di transizione anche visto che sono del medesimo anno. L'unico stralcio progressivo, soprattutto nelle parti di tastiere, è presente in "Un amore maledetto" anche se siamo ben lontani dai canoni gloriosi. Dal punto di vista progressivo la bocciatura è netta...visto come un disco leggero e commerciale, il prodotto è buono e risulta orecchiabile e ben costruito soprattutto nel primo lato che passa liscio e gradevole.
Penso che la morale del disco la si possa leggere in questo stralcio di testo: bandiere e altari baciai, ma vaffanculo...vai !!!
A ciascuno la libera interpretazione!
 
Consigliato a chi non cerca atmosfere complesse.

 

 Track list:

  1. Ricette
  2. Celebrai
  3. Pensami
  4. Carta straccia
  5. Stai con me sto con te
  6. Nel ghetto
  7. Quando il tempo sarà un prato
  8. Un amore maledetto
  9. Non ti ricorda il vento

 

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   America Good-Bye (79)  
     
 

Formazione vincente (?!?) non si cambia ed ecco ripresentata la line-up del precedente "Carta Straccia". Anche i contenuti seguono la stessa rotta e ne riesce un disco sempre leggero ma meno emozionante e con qualche eco di già sentito. Leggermente inferiori anche i testi, completamente concentrati nello smantellare e sminuire il mito americano (...il titolo non è messo a caso...) con sfarzi ("Las Vegas"), problemi sociali come polizia corrotta ("Poliziotto") e leggende metropolitane ("Coccodrilli bianchi"). Bello l'omaggio, anche se sempre in tono polemico, a Mohamed Alì in "Il buffone". Musicalmente da segnalare "Patricia", forse l'unico momento quasi interessante e l'avvento dei nuovi, per quel tempo, drum-pad elettronici disseminati qua e là.
Chi adora "Carta Straccia" non avrà problemi ad ascoltare anche questo disco, anche se onestamente io lo ritengo leggermente inferiore. Radius non si arrabbi se utilizzo un suo verso:
ci perdonerai se da adesso in poi saremo affari sfortunati...
Meglio volgere lo sguardo ai primi lavori...

 

 Track list:

  1. America Good-Bye
  2. Poliziotto
  3. California BLLL
  4. Il buffone
  5. Coccodrilli bianchi
  6. Patricia
  7. Giù
  8. Las Vegas

 

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   Formazione più rappresentativa:  
     
 
  • Tullio De Piscopo: Batteria/Percussioni
  • Claudio Pascoli: Sax
  • Stefano Pulga: Tastiere
  • Franco Graniero: Tastiere
  • Roberto Carlotto: Tastiere
  • Alberto Radius: Chitarra
  • Julius Farmer: Basso

 
 
 
   Sito Ufficiale:  
  www.???.???  

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