|
|
|
|
|
|
Concerto
Grosso n°1 (71) |
|
|
|
|
|
La strada è quella della fusione tra gruppo rock e orchestra. Le musiche sono scritte
da Enriquez Bacalov che ripropporrà ancora questo tipo di esperimenti
anche con altri artisti, come i Rovescio
della Medaglia di "Contaminazione", mentre i testi
sono tratti dall'Amleto di Shakespeare, atto terzo, scena prima.
"1° tempo" è la canzone meno riuscita: un incrocio di violini e flauti che
non esaltano e odorano anche di contaminazione Tulliana.
Il disco si rialza subito con gli altri tre tempi in un preciso equilibrio
tra gruppo e orchestra che brilla in più punti. Oltre alla linea spiccatamente melodica,
è d'impatto anche la scelta di improntare il disco in un contesto abbondantemente strumentale,
dove non mancano accenti di stupendi clavicembali e
notevoli passaggi, tra cui il violino d'inizio di "3° tempo".
Nel secondo lato improvvisazioni dei New Trolls anche se a me non hanno dato questo effetto.
Ebbe un grandissimo successo e un seguito che non ne
bissò la bellezza.
Da ricordare che esiste anche una versione speciale in CD che contiene entrambi i
Concerti Grossi.
Consigliato
|
|
|
Track list:
- 1° tempo
- 2° tempo
- 3° tempo
- 4° tempo
- Improvvisazioni dei New Trolls
|
|
TOP |
|
|
UT
(72) |
|
|
|
|
|
In seguito al fortunato Concerto Grosso, il gruppo dei New Trolls
perde leggermente l'orizzonte musicale presentando questo UT, stilisticamente
troppo vario.
Sono presenti infatti molti generi musicali, forse troppi per essere racchiusi
in maniera soffisfacente in un unico disco:
- classica: "Studio";
- progressivo :"XXII strada";
- rock: "I cavalieri del lago dell'Ontario";
- Heavy Metal: "C'è troppa guerra";
- pop: "Paolo e Francesca" e " Storia di una foglia";
- romantic: "Chi mi può capire".
Se questo può essere visto come uno sforzo da parte del gruppo
per testare più strade musicali, dal punto di vista opposto, ricordando
la durata di
40 minuti, questo risulta come un leggero pasticcio in quanto queste citazioni
coprono mediamente la durata di un brano.
Sono presenti comunque delle buone idee, tra le quali le durissime pennate di
"C'è troppa guerra", in puro stile Black Sabbath.
Non male ma forse troppo vario in relazione alla durata.
|
|
|
Track list:
- Studio
- XXII strada
- I cavalieri del lago dell'Ontario
- Storia di una foglia
- Nato adesso
- C'è troppa guerra
- Paolo e Francesca
- Chi mi può capire
|
|
TOP |
|
|
New
Trolls Atomic System (73) |
|
|
|
|
|
All'apice del successo, molte formazioni sono costrette a fare i conti anche con qualche
conflitto interno che a volte porta a delle vere e proprie rotture. E questo è accaduto
anche ai New Trolls che, all'ombra del successo di Concerto Grosso e Searching for a land,
il '73 segna con la divisione del gruppo in due tronconi: quello rock con Nico Di Palo e
quello più melodico con Vittorio De Scalzi. Quest' ultima formazione prende il nome
di New Trolls Atomic System e presenta alle stampe questo primo disco omonimo.
L'inizio è stupefacente con la bella "La nuova predica di padre O'Brien", basato su un bel
intreccio di arp synth, chiaro richiamo al disco d'esordio Senza Orario e Senza Bandiera.
Dopo un inizio travolgente, il resto del disco si assesta su canoni un po' più
tranquilli dove spuntano canzoni di durata interessante e con buoni arrangiamenti.
Il nuovo gruppo capitanato da De Scalzi, propone un buon lavoro di rifinitura contando la
presenza di elementi del calibro di Renato Rosset alle tastiere e Tullio D'Episcopo alla batteria.
"Una notte sul monte calvo" è un riadattamento di un brano di
Mussorgski, forse sull'onda del successo di Emerson, Lake & Palmer. Niente male.
|
|
|
Track list:
- La nuova predica di padre O'Brien
- Ho visto poi
- Tornare a credere
- Una notte sul monte calvo (bonus track)
- Ibernazione
- Quando l'erba vestiva la terra
- Butterfly
|
|
TOP |
|
|
Tempi
Dispari (74) |
|
|
|
|
|
Commento di Luca Martini
Poco più di trenta minuti per questo disco (lo diciamo subito, bellissimo) dei New Trolls, nella formazione New Trolls Atomic System. Siamo nel 1974, siamo dal vivo, al teatro Alcione di Genova ed il rock progressive si mischia al jazz rock (vedi Perigeo in Italia e Soft Machine all’estero) e qui i grandi musicisti esprimono con i propri strumenti tutto il loro potenziale. Il disco si compone di due lunghi pezzi esclusivamente strumentali, caratterizzati da ritmiche sincopate e complesse (dispari, appunto), entro le cui maglie si stagliano lunghi e difficili assolo, colmi di ispirazione e di suggestione. Una menzione particolare va al grandioso sax tenore di Bruno Baiocco.
Un disco per gli amanti del jazz rock tutto da riascoltare.
|
|
|
Track list:
- 7/4
- 13/18
|
|
TOP |
|
|
Concerto
grosso n°2 (76) |
|
|
|
|
|
Le atmosfere di questo disco tentano di ripetere quelle del primo Concerto Grosso
anche se il risultato finale è però molto diverso.
Il gruppo ha ormai imboccato la corsia del pop e a nulla è valso il temporaneo ritorno nella line-up
di De Scalzi e D'Adamo dai N.T. Atomic System.
Si salvano il bel tema del "Secondo tempo" e la grandiosa "Le Roi Soleil".
Il resto è pop! Neanche rock. Bisogna però riconoscere che a volte le strutture melodiche sono
molto convincenti e ben costruite. Peccato per la consistenza mielosa.
|
|
|
Track list:
- 1° tempo
- 2° tempo
- 3° tempo
- Quiet seas
- Vent'anni
- Bella come mai
- Let it be me
- Le roi soleil
|
|
TOP |
|
|
Formazione più rappresentativa: |
|
|
|
|
|
- Nico Di Palo: Voce/Chitarra
- Gianni Belleno: Batteria/Voce
- Frank Laugelli: Basso
- Maurizio Salvi: Tastiere
- Vittorio De Scalzi: Chitarra
|
|
|
|
|
|
|
|