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Commento di Nicola Wiri
Due cose si pensano nel momento in cui si ascolta questo disco per la
prima
volta: "Questo non è prog", "Questo non è assolutamente prog". Ma la
vivace
prima canzone non demoralizza e già dalla seconda si aggiunge nei
pensieri
"Però è di buon gusto", e così via con "piacevole" "particolare" "ben
suonato". E anche se alla fine vi ricorderete ben poco del disco e
quell'apparente semplicità vi avrà giocato un brutto scherzo, non si
arresterà la voglia di risentirlo affascinati quattro e poi cinque
volte di
seguito, così fino a rendere assimilabili tutte quelle canzoni e i
giudizi
che gli si accosteranno saranno "spensierata" "alienante" "dolce"
"sofisticata" "introspettiva" e "malinconica" come malinconica è molta
della
musica scandinava. Quello che sembrava in principio un semplice disco
di
rock alternativo risulta essere molto più prog (letteralmente) della
quasi
totalità dei gruppi degli ultimi 20 anni; ma è così brutto etichettare,
e
poi... questo disco non ne ha davvero bisogno, come la stessa Musica.
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