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Dopo aver, tra le altre, sognato la California di Philips/Gilliam e venduto
la casa di Mogol/Battisti, i Dik Dik sconfinano in territorio progressivo con
questo "Suite per una donna assolutamente relativa" che unisce le molte tastiere
tipiche della tradizione prog, allo stile melodico e liscio del gruppo.
Pur condito di fantasiosi moog, clavicembali e mellotron, il suono è
raramente spigoloso, stabilizzato
su toni leggermente più cupi dello standard classico del gruppo con dei validi ma sporadici
inserimenti di chitarra acustica.
Francamente il disco si lascia ascoltare anche volentieri e, pur non potendolo considerare
una pietra miliare del rock progressivo, vale la pena citare
"Donna paesaggio", "Il viso", "Cattedrale d'amore" e "Monti e valli".
Avevo sentito da più parti molte lodi per i testi di Herbert Pagani. Onestamente
quando ci si discosta dalla banalità, si rischia il ridicolo:
...le narici sono un inno all'aria pura, le orecchie due conchiglie trasparenti...
Un elogio alla bella confezione: io ho acquistato l'edizione ristampata in cd
dalla BMG ma non so se rispecchia l'originale.
Concludendo: non posso che promuovere questo lavoro anche se per
definirlo un lavoro di rock progressivo bisogna essere un tantino di manica larga...
forse proto-progressive-soft-rock-cantabile
in quanto le composizioni sono sempre in funzione del cantato e le brevi parti strumentali
sono ben lontane dai canoni gloriosi del genere.  
Un ultimo commento: ho cercato con tutte le mie forze, e non so con che risultato,
di estraniare la mia antipatia per i Dik Dik sia dall'ascoltare che dal commentare
questo disco. Antipatia nata da dove chiederà qualcuno !?! Ho visto, nella mia
carriera di amante della musica, parecchi concerti ma quello che più mi
ha impressionato, e non dal punto di vista musicale, è stato quello di questo
gruppo che ha condito i soliti cavalli di battaglia, che francamente si ascoltano
anche volentieri di tanto in tanto, con la boria e l'arroganza di chi ha costruito
da solo la storia della musica italiana. Questi continui commenti di auto-idolatria
ed esaltazione totale, mi hanno notevolmente infastidito e deluso, anche vista
l'umiltà e la disponibilità di altri artisti del tempo.
Ora, io mi fermo qui in quanto non voglio innescare inutili polemiche,
comunque ci sarebbe materiale per una interessante chiacchierata.  
Disco buono, consigliato a chi non cerca atmosfere complesse. |
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