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I DIK DIK

 
 
 
   Suite Per Una Donna Assolutamente Relativa (72)  
     
 

Dopo aver, tra le altre, sognato la California di Philips/Gilliam e venduto la casa di Mogol/Battisti, i Dik Dik sconfinano in territorio progressivo con questo "Suite per una donna assolutamente relativa" che unisce le molte tastiere tipiche della tradizione prog, allo stile melodico e liscio del gruppo. Pur condito di fantasiosi moog, clavicembali e mellotron, il suono è raramente spigoloso, stabilizzato su toni leggermente più cupi dello standard classico del gruppo con dei validi ma sporadici inserimenti di chitarra acustica.
Francamente il disco si lascia ascoltare anche volentieri e, pur non potendolo considerare una pietra miliare del rock progressivo, vale la pena citare "Donna paesaggio", "Il viso", "Cattedrale d'amore" e "Monti e valli".
Avevo sentito da più parti molte lodi per i testi di Herbert Pagani. Onestamente quando ci si discosta dalla banalità, si rischia il ridicolo:

...le narici sono un inno all'aria pura,
le orecchie due conchiglie trasparenti...

Un elogio alla bella confezione: io ho acquistato l'edizione ristampata in cd dalla BMG ma non so se rispecchia l'originale.
Concludendo: non posso che promuovere questo lavoro anche se per definirlo un lavoro di rock progressivo bisogna essere un tantino di manica larga... forse proto-progressive-soft-rock-cantabile in quanto le composizioni sono sempre in funzione del cantato e le brevi parti strumentali sono ben lontane dai canoni gloriosi del genere.
 
Un ultimo commento: ho cercato con tutte le mie forze, e non so con che risultato, di estraniare la mia antipatia per i Dik Dik sia dall'ascoltare che dal commentare questo disco. Antipatia nata da dove chiederà qualcuno !?! Ho visto, nella mia carriera di amante della musica, parecchi concerti ma quello che più mi ha impressionato, e non dal punto di vista musicale, è stato quello di questo gruppo che ha condito i soliti cavalli di battaglia, che francamente si ascoltano anche volentieri di tanto in tanto, con la boria e l'arroganza di chi ha costruito da solo la storia della musica italiana. Questi continui commenti di auto-idolatria ed esaltazione totale, mi hanno notevolmente infastidito e deluso, anche vista l'umiltà e la disponibilità di altri artisti del tempo. Ora, io mi fermo qui in quanto non voglio innescare inutili polemiche, comunque ci sarebbe materiale per una interessante chiacchierata.
 
Disco buono, consigliato a chi non cerca atmosfere complesse.

 

 Track list:

  1. Donna Paesaggio
  2. Il Viso
  3. Il Cuore
  4. Intermezzo
  5. La cattedrale dell'amore
  6. Le Gambe
  7. Suite Relativa
  8. Monti e Valli
  9. I Sogni
  10. La Notte
  11. Sintesi

 

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   Formazione:  
     
 
  • Erminio Pepe Salvaderi: Chitarra/Voce
  • Giancarlo Lallo Sbriziolo: Chitarra/Voce
  • Mario Totaro: Tastiere
  • Pietruccio Montalbetti: Basso
  • Sergio Panno: Batteria

 
 
 
   Sito Ufficiale:  
  www.dikdik.it  

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