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Commento di Luca Martini
Volentieri recensisco questo bel disco, che riascolto dopo tanti anni. Si tratta dell'unico disco registrato da questo gruppo di Novara, registrato nel 1974 per la casa discografica Fonit: Il gruppo nasce nel 1969, e, dopo un paio di 45 giri melodici, sforna questo LP di impostazione decisamente progressive.  
Si tratta di un disco piuttosto interessante, caratterizzato dall'uso poliedrico di diversi strumenti, tra cui spiccano i fiati (flauto e sassofono, ben suonati da Mario "Giondo" Cirla), le tastiere (curate con abilità da Massimo Parretti), ben amalgamati, anche se con qualche inevitabile ingenuità, con la voce graffiante e roca di Duty Cirla, anche batterista e (notevole) percussionista del gruppo.  
L'originalità del disco è indubbia, sia nelle sonorità che nei fraseggi e nelle arie, che a volte richiamano la tradizione italiana ed europea del diciassettesimo secolo, mentre altre volte si spingono verso punte decisamente progressive e innovative, con uno sguardo da un lato ai Jethro Tull e dall'altro al Banco del Mutuo Soccorso.  
Il disco si articola su due lunghe suites tematiche, una per lato, con 13 brani correlati gli uni agli altri, nella migliore tradizione progressive dell'epoca.  
Si nota in tutto il disco un velo di malinconia e di tristezza, che caratterizza il sound originale degli Alusa Fallax, rendendoli, a loro modo, un gruppo inconfondibile sin dal primo ascolto.  
Ritengo sia un disco molto ben fatto, originale, da riscoprire e da conservare tra i dischi preferiti, ristampato nel 1994 dalla Mellow (MMP 229), una traccia di creatività originale in un panorama già ricco di sorprese. |
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